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VISITA DIDATTICA

Agliè, il suo paesaggio e la sua interpretazione


Visita didattica: Cosa fa il Mibact?

 

Dove: Polo museale Piemonte - Castello di Agliè
Piazza Castello 2, Agliè (TO)
http://www.piemonte.beniculturali.it/index.php/it/i-luoghi-della-cultura/residenze-e-castelli/castello-di-aglie

Per prenotazioni: Anna Maria Aimone – T. 0124.330102 - E-mail:
pm-pie@beniculturali.it

 

 

Descrizione attività:

Il gusto di Carlo Felice e di Maria Cristina media le esigenze di rappresentazione del potere che fanno da ragion d’essere alla veduta dell’Isola Bella (Pietro Righini 1844) con un interesse per questo tema, preferito dal sovrano alla pittura di storia ed esemplificato dalle quarantaquattro vedute di Angelo Cignaroli oggi tra Agliè e Palazzo Chiablese (non sono da dimenticare i trenta paesaggi di Giuseppe Bagetti di Palazzo Reale e la serie dei Reali Castelli ordinati a Luigi Reviglio nel 1822), attraverso cui è possibile focalizzare immagini del regno tra il Piemonte e la Savoia. Il momento successivo dei duchi di Genova, soprattutto ad opera di Ferdinando e di sua madre Maria Teresa, inserisce nella Galleria Verde alcuni dei capolavori del castello: la veduta di Moncalieri (Francesco Gamba 1853) e la Veduta del Campanile di Giotto a Firenze (Lorenzo Aliani 1847) mostrano la mutevolezza del paesaggio urbano, anche con l’intervento sui Beni Culturali (Aliani: Loggia del Bigallo 1865, facciata 1871-87, conservazione dei rilievi originali trecenteschi e statue nel Museo dell’Opera del Duomo). La seconda metà del secolo predilige scorci insoliti che si allontanano dalla visione monumentale e romantica: Enrico Gonin, già autore delle litografie dei monumenti in volumi e guide turistiche di Torino e dintorni, inserisce in un paesaggio boschivo la figura dell’uomo attivo nel lavoro di pittore, sperimentata da Francesco Gamba a Parigi grazie al contatto con la scuola di Fontainebleau. Protagonista con le sue cinque tele, Giuseppe Camino, autore radicatosi a Caluso, con la sua ispirazione dal vero reinterpretata in studio secondo una brillante fantasia luministica, rappresenta il punto di passaggio tra l’istantanea en plein air e il paesaggio di fantasia o le suggestioni imbevute di significati simbolisti (Mario Reviglione, Notte di nuvole, 1916) insieme alla veduta di San Marino di Karl Adolf Chelius, memoria di viaggio e ultimata a Monaco di Baviera (1894), grazie anche alle nuove tecnologie che la fotografia poteva offrire. Come sviluppo dell’attività, è possibile proporre un’interpretazione e reinterpretazione dell’immagine del castello e del territorio in cui esso è inserito, così come una rappresentazione dell’attività umana nel suo ambiente (vedi: Angelo e Giovanni Crivelli, serie in Sala Musica; Bartolomeo Giuliano, la mietitrice, 1866) e dell’autorappresentazione dell’autore.

 






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